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Ferrata delle Bocchette Alte del Brenta - Dolomiti del Brenta

Escursione con gruppo CAI - Abbiategrasso del 15/07/2007

   

 

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Stupenda traversata alpinistica delle più alte cime del gruppo del Brenta, facilitata dal passaggio di una via ferrata. La ferrata delle Bocchette Alte del Brenta è da considerarsi a livello alpinistico, data la forte esposizione, i passaggi di roccia frequenti e la lunghezza del percorso. La ferrata quindi è riservata a chi ha un po di dimestichezza con la roccia e non soffre assolutamente di vertigini. Lungo tutta la ferrata ci sono due passaggi molto esposti, sui quali bisogna essere cauti. In ogni caso si è legati al cavo metallico, di conseguenza se usata con intelligenza, l'attrezzatura evita spiacevoli incidenti, anche per i più esperti. Oltre questi requisiti è necessario un buon allenamento, in quanto ci vogliono dalle 5 alle 7 ore per percorrere l'intera via.

Dal punto di vista paesaggistico è molto aperta e dai punti più alti della traversata è possibile ammirare tutte le Dolomiti di Brenta, del Trentino dell'Alto Adige, del Veneto e dell'Austria. Per chi ama i panorami mozzafiato e guardare il mondo da un punto di vista verticale è il posto giusto.

 
   

 

  La straordinaria vista aerea sulle dolomiti La Cima Tosa
     
 

SCHEDA ESCURSIONISTICA

 
     
LOCALITA': Madonna di Campiglio - Val Rendena (TN)  
PARTENZA: Rifugio Tuckett  
ARRIVO: Spallone di Masodì con discesa al rifugio Brentei  
QUOTA PARTENZA: 2271 m s.l.m.  
QUOTA ARRIVO: 3000 m s.l.m.  
DISLIVELLI: 729 m  in salita + 818 m in discesa fino al Rifugio Brentei  
TEMPO DI PERCORRENZA: 7h totali dal Rifugio Tuckett al Rifugio Brentei, di cui 5 ore per la sola ferrata.  
DIFFICOLTA': EEA-D  
ATTREZZATURA: Abbigliamento e calzature da alpinismo, imbragatura, set da ferrata, ramponi, corda  
TIPO DI PERCORSO: Percorso su ferrata con diversi punti molto esposti, passaggi su esili cengie e su speroni rocciosi. Per l'attacco della ferrata, percorsi per la maggiore su sfasciumi e nevai. Piccolo ghiacciaio sulla bocchetta del Tuckett.  
DESCRIZIONE:

La partenza per le Bocchette alte del Brenta, avviene dal Rifugio del Tuckett, dove proseguendo in direzione dell'omonima bocchetta, posta a sud-est. Inizialmente il percorso è su grossi massi e sfasciumi, facilmente superabili. Raggiunto, quello che rimane del vecchio ghiacciaio si passa su terreno molto sdrucciolevole e con terra, sassolini e pietre miste a ghiaccio. Questo percorso è preferibile farlo al mattino presto riuscendo meglio nella progressione.Superata la parte terminale del vecchio ghiacciaio si prosegue sul piccolissimo ghiacciaio ormai ridotto a nevaio facilmente percorribile anche senza ramponi, in quanto la traccia di salita è molto evidente e gradinata. Si raggiunge il culmine della Bocchetta del Tucket e dove a sud (alla nostra destra) inizia la ferrata delle Bocchette alte. Nello stesso punto ci sono altre due belle ferrate: Il sentiero Orsi che ridiscende nel versante est della Bocca del Tuckett e va verso Molveno e la ferrata che riporta al Tuckett passando per il Castello e la cima Vallesinella.

Si comincia a salire per facili roccette con diversi appoggi e appigli, dove è già presente il cavo metallico, poco utile per la salita. La salita mano a mano diventa più accentuata e in alcuni casi è necessario assicurarsi alla fune e utilizzarla per superare i punti più difficili.

Si guadagna quota fino a raggiungere una prima sella dove già il panorama è decisamente mozzafiato con la vista su tutte le dolomiti. Qui è possibile riprendere le forze scattando qualche fotografia.

Si riparte continuando a salire su roccia aiutati dalle funi metalliche raggiungendo una prima cengia sufficientemente larga, ma esposta a est. In alcuni punti della cengia è necessario prestare attenzione alla testa e agli zaini, in quanto si deve passare sotto dei tetti di roccia che rendono più difficoltoso il passaggio, specie se dalla parte opposta si è a strapiombo sulla parete.

Si raggiunge così il primo tratto delicato del percorso dove si deve oltrepassare un grosso camino e successivamente uno spigolo di roccia. Questi due punti sono molto esposti e dotati di pochi appoggi, pertanto il passo deve essere misurato e deciso per evitare di scivolare. In ogni caso la calma e la certezza di essere ancorati alla fune, aiuta a superare questo punto delicato.

Superato il camino e lo spigolo di roccia, si raggiunge una seconda ed esile cengia, posta sotto un tetto di roccia, che una volta oltrepassato, porta ad un piccolo spiazzo. Da qui si deve scendere tramite una scaletta dove ha inizio una cengia inizialmente molto esposta e con un buon tratto su nevaio. Questo è il secondo punto più delicato del percorso, dove una fune lasca ci permette di superare il nevaio. Da notare che le funi sono due, una rimane più alta nel caso in cui lo spessore della neve copre la prima.

Finito il nevaio la cengia riprende ad essere sufficentemente larga e risalendo ancora di qualche decina di metri, si raggiunge il punto più alto della ferrata a 3.020 metri su una grossa sella ai piedi della parete sud della Cima di Brenta. Qui la vista è di nuovo bellissima con la cima Tosa di fronte a noi.

Si prosegue in direzione delle bocchette dei Massodi, dove bisogna scendere con l'aiuto di alcune scalette e funi metalliche. Anche qui ci sono dei passaggi esposti, sopratutto quando è necessario superare in traverso delle piccole torrette di roccia, fino a raggiungere la scala più lunga del percorso, La Scaletta degli Amici. Questa scala alta 30 metri ci porta fino all'ampio pianoro dei Massodi riportandoci di nuovo a quota 3000.

Si percorre il pianoro seguendo sempre le omnipresenti tracce rosse, che ci portano sempre sulla retta via!. Si arriva alla fine del pianoro, e si ridiscende sempre con l'aiuto delle funi e percorrendo ancora delle esili cengie, fino a raggiungere le scalette metalliche che ci fanno scendere dallo spallone di Massodi.

Ridisceso lo spallone si arriva nei pressi della Bocchetta del Massodi posto nella parte culminante della Vedretta del Brentei. Di fronte a noi la Cima Molveno. Qui è possibile proseguire per la cima e scendere poi dalla parte opposta ripiegando poi verso il rifugio Alimonta.

Invece per ridiscendere direttamente al Brentei si percorre la ferrata Detassis, molto aerea ed esposta, che con esilissime cenge e una lunga serie di scalette, spesso molto strapiombanti ci portano sulla Vedretta del Brentei e al termine della ferrata. Sopratutto l'ultima serie di scalette sono in posizione strapiombante e richiedono maggior forza e tenuta.

Dalla Vedretta del Brentei si ridiscende il ripido canalone di ghiaia fino a una zona di grossi massi. Qui il sentiero ritorna ben visibile e scendendo di quota ci riporta nella vegetazione di medio alta montagna. Il percorso ora diventa ben definito ed in circa 40 minuti ci porta al Rifugio Brentei.

Dal rifugio Brentei, per tornare a Vallesinella, si segue il sentiero 318 chiamato anche sentiero Bogani che con una serie di sali scendi, ci riporta verso valle, lasciano alle nostre spalle l'imponenza delle cime del Brenta. Lungo il percorso di discesa si passa una galleria scavata nella roccia e una profonda gola rocciosa, molto suggestive.

Scendendo si incrocia il primo bivio che riconduce al Tuckett, ma che non si segue nel caso si debba riprendere i mezzi a Vallesinella. Si prosegue quindi in direzione del Rifugio Casinei, seguendo sempre il sentiero 318, che diventa ormai un comodo percorso. Raggiunto il Rifugio Casinei, si segue il sentiero 317 di fronte al rifugio addentrandosi nel bosco di larci fino a raggiungere su comodo sentiero a gradini Vallesinella.

 
La partenza dal Rifugio del Tuckett
L'inzio della ferrata con le facili roccette da superare
Altre roccette da superare con l'aiuto della corda metallica
Verso la prima sella panoramica, passaggi di roccia più accentuati e lunghi.
Scalette da salire
Finalmente su una sella panoramica, con tutte le dolomiti ai nostri piedi
Si risale di nuovo su altre piccole selle e verso il punto più alto del percorso
Larga cengia ma piuttosto esposta, la si percorre fino a raggiungere uno dei punti più difficoltosi del percorso
Il primo passaggio critico, qui bisogna superare un grosso camino e uno spigolo roccioso, molto esposti e strapiombanti, al di sotto centinaia di metri di vuoto

Superato lo spigolo, si ritorna su esile cengia, dove il passaggio è ristretto.

La cengia sottostante da raggiungere utilizzando una scaletta e passando il nevaio molto esposto sull'esile cengia Di fronte la Cima Tosa. Dopo il nevaio si percorre la cengia che su percorso più facile ci porta alla base della parete sud della cima Brenta. La bocchetta dei Massodi. Qui bisogna scendere e attraversare la base delle piccole torri per poi risalire con la scala degli amici lunga 30 metri sul pianoro a destra.
La cengia del sentiero Detassis, anche questo punto è piuttosto esposto Altro particolare della discesa dalla cengia Detassis La fine della ferrata con la lunga serie di scalette che ci portano sulla vedretta del Brentei La discesa verso il rifugio Brentei Il rifugio Brentei
Il sentiero che ritorna verso Vallesinella Lungo il percorso si incontra una bella grotta scavata nella roccia All'uscita della grotta si passa attraverso una bella gola rocciosa. Il sentiero poi si ricongiunge a quello percorso all'andata per il Tuckett